La prossima sfida del settore Immobiliare

La prossima sfida del settore immobiliare? Il rilancio della città attraverso una rigenerazione urbana, con una maggiore cura dell’impatto che le strutture hanno sull’ambiente, quindi investimenti sulla base dell’ ESG, pertanto seguendo l’ ottica di investimenti responsabili (Environmental, Social, Governance) che garantiscano una gestione aziendale ed un approccio sociale più performante al fine di migliorare la produttività e la qualità della vita. Come funziona ESG in pieno Covid? Gestire correttamente i complessi fondiari con un occhio attento alla sostenibilità ed alla vivibilità valorizza le strutture.

Ma queste come aiutano in riferimento agli investimenti? Ci sono due correnti a tal proposito, l’una contraria all’altra:

• ricerca di investimenti a basso profilo di rischio, come il settore immobiliare;
• periodo di incertezza dovuto alla reale possibilità, da parte di un conduttore, di pagare i canoni di locazione.

Partendo da questa analisi, si capisce che chi investe deve farlo valutando l’evoluzione dei vari settori.

Come sarà dopo il Covid? L’investimento immobiliare è in aumento, c’è preoccupazione sulla capacità dei conduttori di reggere l’urto delle nuove sfide di mercato, quindi di pagare i canoni di locazione. Riguardo questo punto sono in sofferenza particolarmente alberghi e retail (negozi e centri commerciali), favorendo di fatto l’investimento nel residenziale con riscoperta della casa come luogo di protezione famigliare.; con l’arrivo del vaccino dovrebbero migliorare rapidamente: Alberghi e Ristoranti; mentre continuerà la battaglia tra Retail e Ecommerce che porterà ad una selezione naturare della specie.

E gli uffici? Che impatto avrà lo Smart Working? Dopo l’utilizzo imposto da questa pandemia le aziende cominceranno a pensare più razionalmente ai benefici economici che derivano dalla dislocazione aziendale, si ipotizza che nell’immediato futuro avremo circa il 15% – 20% di lavoro smart (da casa) consolidato, agevolando di fatto dinamiche che prima erano considerate “problematiche”, regalando a lavoratori ed aziende soluzioni che erano impossibili senza la flessibilità del remote working.